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Vietato vietare?

Vietato vietare?

La cosa più semplice è vietare. Negli anni settanta si pensava che la televisione a colori facesse male. Seguì la guerra ai walkie-talkie, ai compact disc e, infine, ai primi videogiochi. Il vero imputato degli ultimi anni è lo smartphone, croce e delizia di genitori e ragazzi. La concessione è passata da “dopo la cresima” a “dopo la comunione” e si è quasi approdati al primo anno di “scuola materna”. A difendere queste scelte sono genitori sempre più ansiosi, desiderosi di sapere in ogni momento dove il piccolo pargolo si trovi: è solo, con amici, in palestra, mangiando da qualche parte, giocando, correndo, scappando, baciando, inseguendo la vita? In realtà, questi adulti sono interessati solo alla crosta esterna delle cose. Non mi interessa cosa fai o cosa non fai: manda la posizione. Così abbiamo costruito adolescenti che, da soli, non riescono neppure a raggiungere un altro quartiere della città senza utilizzare “Google Maps”.

Dopo la stretta sugli smartphone a scuola del ministro Valditara, c’è una nuova richiesta da parte di pedagogisti e psicologi che chiedono di vietare ai minori di 14 anni di possedere uno smartphone e proibire agli under 16 di aprire un profilo sui social media. È una questione terribilmente seria, anche se difficilissima da ottenere. Secondo studi recenti, quasi la metà degli 11-19enni trascorre online oltre cinque ore al giorno. E non è poco. Il pedagogista Daniele Novara afferma un concetto banale ma illuminante: “Il problema sono i tempi. C’è l’età per il triciclo, la bicicletta, il motorino e l’auto. Nessuno si sognerebbe di far guidare un’auto a un dodicenne.”

Il massiccio uso dei cellulari porta impulsività, ansia, depressione. Si registra una difficoltà a parlare con i genitori e, pare, sono tra i responsabili del basso rendimento scolastico. Sono spariti i paradigmi dell’infanzia e dell’adolescenza: “L’acqua la devono toccare, un animale lo devono conoscere, in un bosco camminare,” aggiunge Novara.

Riconoscere le emozioni non è difficile, è viverle e saperle gestire che non è facile. In questi giorni, ad Alghero, si è svolto il festival Genera, dove 21 ragazzi, per lo più minorenni, si sono confrontati con un mondo apparentemente lontano da loro: quello del giornalismo. Hanno potuto conoscere molti giornalisti della carta stampata, del web, della radio, della televisione. Hanno ascoltato come si costruiscono le storie, come si registra un podcast, come può essere bello, attraverso una fotografia o un semplice fumetto, riuscire a descrivere un mondo.

Non era facile coinvolgere questo piccolo esercito di smartphone muniti, anche loro sempre connessi con il mondo virtuale. E allora la strategia è stata quella di utilizzare lo strumento in maniera creativa: usare internet per conoscere le biografie dei vari giornalisti, coinvolgerli nella scrittura dei comunicati stampa, nelle interviste, nelle varie presentazioni. Tutti all’interno di questo enorme gioco che è l’informazione. Un gioco maledettamente serio che i 21 ragazzi sono riusciti a interpretare in maniera superba: tutti nella redazione avevano un ruolo. “Genera festival” ha permesso di passeggiare nelle strade delle parole, di essere dentro la notizia, di crearla dal vivo, toccando con mano chi scrive per mestiere. È giusta la proposta di vietare gli smartphone ai minorenni? È sacrosanta se gli strumenti sono utilizzati senza nessun progetto. Ma è necessario che si cominci a correre con il triciclo per passare alla bicicletta con le rotelle, al motorino e infine all’auto. È sempre una questione di tempi. Non demonizziamo lo smartphone. Utilizziamolo per far capire che quel telefono è un dispensatore di informazioni utili e necessari per questi tempi. E non solo per inviare “la posizione” che uccide la poesia e l’imprevedibilità. Provate a perdervi nel bosco della vita. Prima o poi troverete la strada annusando le parole del mondo e la musica delle idee. Come hanno fatto i 21 ragazzi ad Alghero. Generini si nasce, curiosi si cresce e generatori di bellezza si diventa. 

12:39 , 23 Settembre 2024 Commenti disabilitati su Vietato vietare?