
“Troppi compiti!” È l’urlo accorato di una madre che si lamenta del carico di lavoro assegnato alla sua figlia, una ragazzina di prima media costretta, a suo dire, a un carico eccessivo di incombenze, anche nei giorni di tempo pieno, che si svolgono due volte a settimana. La notizia, pubblicata su La Nuova Sardegna, punta il dito contro i docenti della scuola media di via Brunelleschi a Porto Torres. La risposta della scuola, com’è prevedibile, è una difesa del lavoro assegnato da svolgere a casa.
La domanda che mi pongo – e so di essere inadeguato – è una sola: perché? Perché questa madre si è rivolta prima alla coordinatrice scolastica, e non avendo ottenuto risultati (così afferma lei stessa), ha inoltrato una segnalazione all’Ufficio Scolastico Regionale? Non solo: a distanza di oltre un mese, ha inviato un aggiornamento all’USR per comunicare la persistenza delle problematiche e si riserva – bontà sua – di intraprendere ulteriori azioni, richiedendo anche una verifica tramite l’Ufficio Ispettivo. Siamo arrivati a questo.
Viviamo in un’epoca in cui tutto è messo in discussione, tutto è ritenuto discutibile, in nome di non so bene cosa. Proteggere i figli è certamente lecito, ma vorrei ricordare a questa madre che la scuola non è una congrega di orchi insensibili. La scuola, più semplicemente, cerca di insegnare poche cose: oltre a trasmettere conoscenze, anche il senso di stare al mondo in modo autonomo.
Mia madre, per esempio, non avrebbe mai pensato di difendermi dagli impegni scolastici. Fin dalle scuole medie non mi ha mai accompagnato a scuola. E quando pioveva – mentre altri genitori raccoglievano i loro pargoli con ombrelli e auto – al mio rientro mi porgeva, con la massima serenità, un asciugamano.
Riflettiamo su questi passaggi e lasciamo lavorare in santa pace i docenti, che già devono affrontare il peso di un sistema scolastico malpagati e poco valorizzati. Non intacchiamo la dignità di chi prova, con fatica, a indicare una strada ai nostri ragazzi. Di troppo studio, che io sappia, non è mai morto nessuno.
Questo articolo è stato scritto il venerdì, Gennaio 17th, 2025 at 15:59
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Tags: etica, istruzione, scuola
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