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Responsabilità

Responsabilità

In Italia non siamo abituati a persone come Sinner, che definiamo, come se fosse una jattura, poco italiano. Lo è nei modi, nella discrezione, nella bravura. Noi siamo più furbi, disposti al cazzeggio, caciaroni, un po’ mammoni, spensierati, sempre pronti a trovare una via d’uscita chiamata, ormai da decenni, “un piano B”.Sinner, invece, pur sapendo di essere innocente, nel patteggiamento che lo costringe a una pausa dalle gare di tre mesi, ha dichiarato di aver sempre accettato di essere responsabile del suo team (già in questo primo passaggio, rivela di essere, per noi italiani, una sorta di alieno). Pertanto, nonostante non ci sia stata intenzionalità nell’assumere la sostanza o desiderio di trarre vantaggio (lo riconosce l’agenzia mondiale di antidoping), Jannik Sinner accetta comunque di essere l’unico responsabile. Provate, adesso, a chiudere gli occhi e immaginate qualcuno che dica a qualsiasi italiano non tanto di essere colpevole, ma comunque di essere responsabile del team che gestisce. Cambiate la parola “team” con la parola “ministero” o “partito” e capirete subito perché Jannik Sinner è così poco italiano. L’unico nel Bel Paese ad essersi addossato la colpa per qualcosa che non ha commesso, ma di cui si sente responsabile. Per unire i puntini: se i treni accumulano ritardo, la colpa è del team o del responsabile a capo di tutto? Jannik la risposta ce l’avrebbe, ma non va bene per questa patria, perché qui, da noi, chi si prende la responsabilità è sicuramente colpevole. Siamo fatti così.

19:59 , 15 Febbraio 2025 Commenti disabilitati su Responsabilità