Solinas Marajà.
Leggo la risposta ad una domanda: «Solinas aveva interpretato il mandato – diciamo – un po’ da monarca: non rispondeva al telefono a nessuno, me compreso, faceva le nomine senza condividerle; e faceva fare anticamera ai ministri, non incontrava i sottosegretari. Cose così». Accuse di peso direte voi. Accuse che possono giungere solo dall’opposizione nei confronti di un presidente di Giunta tra i meno amati di sempre. E invece le cose non stanno così. Le dichiarazioni “tranchant” e senza mezzi termini non partono da sinistra ma è fuoco amico. E che fuoco. L’intervista apparsa sul quotidiano Libero del 23 gennaio è firmata da Francesco Specchia, inviato a Cagliari per intervistare Paolo Truzzu, candidato ufficiale di tutto il centro destra alle prossime elezioni regionali. La risposta, nonostante qualcuno continua ancora a vagare nelle sottigliezze e sofismi, la dice lunga su come si sa muovere la destra nell’agone della politica. Mi ricorda un vecchio detto di mamma DC: il peggior nemico di un democristiano è… un democristiano ma mai si sognerebbero di spaccare il partito. Truzzu demolisce più di ogni altro oppositore (che dovrebbe farlo di mestiere) l’ormai ex presidente Solinas. Lo paragona ad un monarca e in un’altra risposta ad un “marajà”. Il giornalista chiede ancora a Truzzu se corrisponde al vero l’eventualità di un Cristian Solinas candidato in Lombardia in vista delle europee e Truzzu risponde con una buona dose d’ironia: “Forse contava sui sardi là residenti, vabbè che siamo dappertutto ma…”.
Insomma, questa è l’unità della destra consacrata da un candidato che anche il Partito Sardo d’Azione ha deciso di sostenere. E al grido di “mors tua, vita mea” il buon Truzzu galoppa verso il sol di un nuovo avvenire. Solinas relegato ad un povero Caino di provincia, un re senza corona e senza scorta. E la sinistra? Beh, l’opposizione a Solinas la fa Truzzu. Non vi basta?