Recensione di Cristiana Carnevali (Mangialibri) del libro “dolci sante e marescialli”.
La moglie del vicesindaco di Roccabuiedda, Matilde Serrau coniugata Truddesu, si presenta una mattina davanti alla caserma dei carabinieri e comincia a bussare, facendo un gran baccano con il batacchio. Dentro, stanno ancora dormendo e l’appuntato Marceddu si presenta alla bell’e meglio (camicia d’ordinanza fuori dai pantaloni, spettinato e con gli occhi ancora mezzi chiusi) alla porta e si sveglia all’improvviso quando sente la signora parlare di una rapina. L’appuntato deve assolutamente chiamare il maresciallo Annino Fabotti, nonostante la signora lo inviti a non farlo, anche perché, di fronte a un crimine così grande per quella loro piccola comunità dove non si ruba nemmeno una gallina, per il suo eventuale silenzio verrebbe “scorticato vivo”. Prova a fare delle domande nel frattempo, per avere un quadro più chiaro della situazione, ma le risposte della signora sono sempre più sconcertanti: “I rapinatori sono fuggiti?”, chiede. “Non è fuggito nessuno!” è la risposta, per cui l’appuntato chiede ancora: “Sono barricati da qualche parte?”. “Certo!”, risponde la moglie del vicesindaco. “In chiesa?”, fa ancora Marceddu e quando la risposta è negativa, insiste: “In sagrestia?”. Ma anche questa volta la risposta è negativa e quando chiede dove si trovano allora i rapinatori, Donna Matilde risponde tranquillamente: “A Roma!”, lasciando ancora più interdetto l’appuntato che ormai è più che convinto di quanto sia necessario l’intervento del maresciallo…
Diceva la nonna: “Chi pel foco, chi pe’ la legna, per mangia’ tutti si ingegnan”. Con le dovute differenze, anche in questa storia sono in molti a ingegnarsi pur di svincolarsi dal voto fatto a Santa Rita. E nascono situazioni esilaranti, strategie e architetture che dovrebbero portare tutte alla stessa finalità: la possibilità di uscire da una situazione non facile, quello scioglimento di un voto che per due mesi si sopporta, ma per cinque diventa veramente un peso. E non si salva nessuno, anzi. In un modo o nell’altro il voto alla Santa degli impossibili per i suoi miracoli e soprattutto per i prodigi fatti in loco, riguarda proprio tutto il paese di Roccabuiedda, ma, appunto, in un modo o nell’altro… Vengono toccati interessi economici (astenersi dal mangiare dolci fa sì che la pasticceria sia scarsamente frequentata e gli affari vadano male), di prestigio (aiutare i compaesani a ripristinare le sorti del voto significa un ritorno d’immagine e di… voti alle prossime amministrative), religiosi (anche il parroco, tutto sommato, non è d’accordo con le decisioni prese dall’alto e conosce bene tutti i suoi fedeli e le loro… astinenze) e anche… sessuali (povero maresciallo dei Carabinieri!). Divertente è il modo in cui tutti sono coscienti della situazione e cercano di inventarsi qualcosa per uscirne fuori, comunque, liberi e puliti, usando gli altri per raggiungere lo scopo, pensando di essere i soli furbi a mettere in atto tale strategia e decidendo che alla fine è meglio far finta di non saperne nulla, in nome della felicità di tutti. Una scrittura veloce, precisa e coinvolgente quella di Giampaolo Cassitta per il più classico dei “casi all’italiana”.
Cristiana Carnevali.