Progetti per un a vita di libertà e lavoro (La Nuova Sardegna, 2 maggio 2011)
Insegnare un mestiere ai detenuti, per una scommessa che potrà essere vincente con il ritoro alla libertà. Allora l’ex detenuto dotato di un curriculum professionale avrà le carte in regola per trovare un lavoro. È questo il senso dei tre progetti avviati nel carcere di Oristano, ma soprattutto nelle Colonie penali di Isili, Mamone e Is Arenas. Ha funzionato, perchè adesso dalle mani dei detenuti nascono cose importanti: il recupero di aree archeologiche e il loro restauro, ma anche prodotti agroalimentari firmati “Galeghiotto” che hanno sbaragliato alle fiere di settore di Rimini e Milano. Per il momento, delizie come il miele di Isili oppure l’olio e il pecorino di Mamone, solo per fare alcuni esempi della vasta gamma di un catalogo che in futuro avrà anche il marchio biliogico, non si trovano nei normali canali di vendita. Sono prodotti che si possono acquistare soltanto negli spacci della polizia penitenziaria, in futuro però si pensa di canalizzarli nella vendita al pubblico, magari anche attraverso forniture per enti pubblici, ad esempio, le mense degli ospedali. È si questi argomenti che si basa il convegno “Sinergie progettuali nell’agricoltura sociale, bilogica ed ecosolidale” che si terrà domani alla Casa di reclusione di Is Arenas. Due i progetti: “Terra Madre” e “Progetto Colonia”. Li racconteranno ad una platea specializzata, Luigi Pagano, provveditore dell’Amministrazione penitenziaria della Sardegna; Roberto Demontis, presidente del Patto territoriale Oristano Sil; il direttore della Casa di reclusione Is Arenas, Pier Luigi Farci e Marco Greco, vicepresidente dell’Aiab Sardegna. Fra i relatori, Antonello Comina, funzionario del Laore, ma anche presidente della cooperativa Il Seme, una delle realtà da cui è partito un progetto che è anche una enorme scommessa. Ovvero, il recupero di chi è stato in carcere. «Perchè se non ci riusciremo noi, a Oristano, dove il numero delle persone che delinquono è decisamente limitato rispetto ad altre realtà, allora significa che non sarà possibile da nessuna parte». Parole che sipiazzano, quelle pronunciate dal direttore del carcere, Pier Luigi Farci, ma da intendere nel segno della speranza che suonano un po’ così: «Mai abbandonare l’obiettivo primario: il recupero». Recuperare nel segno del lavoro. È accaduto con gli scavi di Fordongianus, adesso si farà per altri 30 detenuti (12 di Is Arenas) con i due progetti che, finanziati per circa 630mila euro, potrebbero dare risultati importanti. Uno è già quasi al traguardo e farà della Sardegna la regione europea con la maggior estensione di aziende biologiche. Infatti, ben 65mila ettari di terreni delle colonie penali avranno la certificazione biologica. Ieri, nel corso di una conferenza stampa, Giampaolo Cassitta, direttore dell’Uffico detenuti e trattamento ha spiegato come i progetti daranno anche risposte di reinserimento per i detenuti stranieri. Le conclusioni del convegno saranno del presidente del Tribunale di Sorveglianza, Francesco Sette; di Caterina Corte direttore del servizio Attuazione politiche sociali; dell’assessore regionale all’Agricoltura, Mariano Contu e di Emilio Somma, vice capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.