Mare dentro. Un’atroce realtà.
Mare fuori è una fiction carina. Ma è, appunto, “finzione”. Tutto quello che si vede non accade in un Istituto penale per minori. Non ci sono innamoramenti tra detenuti e detenute perché in Italia (ma anche in Europa) non esiste un carcere “misto” dove i detenuti possono incontrare le detenute . Esistono in alcuni istituti (anche negli adulti) con sezioni maschili e femminili ben distinte dove i detenuti e le detenute, in rarissimi casi, partecipano a manifestazioni comuni ma, davvero, mare fuori rimane solo “pura fiction”.
Anche le figure dipinte dagli sceneggiatori non collimano con la realtà e vi sono moltissimi errori “evidenti”. Nessun direttore d’istituto penitenziario concede un permesso al ragazzo (per legge è di competenza esclusiva del Magistrato di Sorveglianza) e nessun comandante può scrivere, da solo, una relazione sul comportamento del minore (è una relazione che coinvolge tutti gli attori del trattamento); nessun poliziotto penitenziario gestisce la sicurezza con quella disinvoltura imbarazzante e poco professionale. L’educatore è molto di più di quello raccontato nella serie e non è il semplice intrattenitore delle attività ricreative e culturali. Si deve semplificare, e per gli sceneggiatore queste sono piccolezze e Mare fuori è una serie amatissima dai giovani che non racconta la realtà di un carcere minorile.
A me piace moltissimo, ci sono storie intriganti (compresa quella di Cardiotrap che si vede “scippato” della sua canzone dalla trapper (interpretata da Clara presente a Sanremo 2024 con la canzone diamanti grezzi), quella tra il milanese “Chiattillo” e la bellissima gitana napoletana. La realtà, e lo ribadisco, è diversa. Ed è peggiorata moltissimo con le ultime scelte politiche del governo guidato da Giorgia Meloni. Nelle carceri minorili si è raggiunto un alto numero di ragazzi reclusi: a Gennaio del 2023 erano presenti negli IPM 243 minori mentre a Gennaio 2024 le presenze erano 340. Cosa è accaduto? Non è aumentata la delinquenza minorile e i dati forniti da Istat e Ministero dell’Interno lo confermano: dal 2015 si è assistito ad un generale decremento. E’ accaduto che a Settembre del 2023 è entrato in vigore il decreto Caivano che ha esteso la misura cautelare in carcere per i minori anche per i fatti di lieve entità legati alle sostanze stupefacenti. L’aumento degli ingressi nelle carceri minorili si è incrementato del 37,4% in un solo anno. Ovviamente le proposte trattamentali ed inclusive per i ragazzi non sono lievitate e mancano educatori, mediatori penali e culturali e operatori della polizia penitenziaria.
Parafrasando Mattarella: se è vero che usare i manganelli con i minori è un’atroce sconfitta, anche “sbatterli in galera” è sbagliato e non risolve un grosso problema: quello di occuparsi, davvero, dei minori e del loro futuro. Mare fuori è una bella fiction, il carcere minorile è, invece, una pessima realtà e Cardiotrap non ha la possibilità di cantare la sua canzone a Gemma.
Il mare rischia di restare dentro una bottiglia senza che nessuno degli adulti abbia il coraggio di leggerci un messaggio importante: con i minorenni la scelta del carcere esprime un fallimento. Sempre.