Autofleximan
La questione è semplice: ci sono gli eroi e ci sono i nemici. Gli eroi sono tutti giovani e belli e i nemici sono sempre cattivi. Capire chi è Caino in questa storia è opera più complessa anche se, in molti, tifano per un Caino che è dipinto come Abele e fa passare i buoni per cattivi. Parliamo di fleximan, come apostrofato da molti giornali, quello (o quelli, vallo a sapere) che da alcune settimane utilizza il seghetto elettrico per abbattere i pali dove son fissati gli autovelox. Accade in Veneto, Emilia e Lombardia. Il plauso, visto dalla parte degli automobilisti, è garantito e il misterioso Fleximan appare come Davide contro Golia e il gigante cattivo è rappresentato dallo Stato (in senso lato) che vuole far cassa con chi trasgredisce i limiti di velocità. Si aggiunga a questo Robin Hood del nuovo millennio (taglia i pali ai ricchi per far felici tutti) che molti sindaci hanno dichiarato che quel “taglio” porta a ripensare la sistemazione degli autovelox e che, magari, non riposizioneranno più. Ovviamente questa è la più grande sconfitta di chi, invece, le regole le rispetta e spera che altrettanto facciano gli altri: dagli autovelox alle tasse. Direte: ma tu sei felice di pagare una multa? Ovviamente no e ne ho pagate alcune con molta acredine ma mai – e ribadisco mai – ho pensato che bisognasse segare il palo del divieto di sosta, quello dell’autovelox o distruggere le telecamere delle ZTL. Si chiamano regole condivise, si chiama norma sociale, si chiama buon senso. Caino, in questo caso, è il finto buono fleximan e le sue ragioni, per quanto interessanti per un’analisi sociologica, sono sbagliate. Quelle telecamere servono a farci rallentare per salvare vite umane: le stesse, a volte, che hanno utilizzato le mani per distruggerle.
©Giampaolo Cassitta
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