Se questa è una donna.
Ne ho visto di cose orrende nelle galere italiane.
Gente che gridava, piangeva, si disperava. Vestita male, con il cuore a brandelli, pensieri torvi, vite sbilenche.
Ho visto ladri, assassini, rapinatori, tossici, disperati, stupratori; mafiosi, camorristi, accoltellatori.
Ho visto uomini camminare per le strade dell’inferno, uomini tristi e meschini che speravano in una parola di consolazione. Tutto si vede nelle galere del mondo dove la dignità cammina ben sotto i piedi degli esseri umani.
Eppure, per quanto triste, per quanto orribile e per quanto duro lo sguardo nel buio di chi ha commesso un delitto e giustamente lo sta pagando o di chi; invece, è in attesa di giudizio e avrebbe diritto ad altro trattamento nelle galere della nostra patria, non ho mai visto un uomo o una donna con polsi chiusi con le manette e piedi legati da ceppi di cuoio con i lucchetti.
Nessuno, neppure Riina, Messina Denaro, Cutolo o il peggiore degli uomini è stato trattato in quel modo. Perché c’è un punto di dignità che non è barattabile e non lo puoi negare neppure a chi si è macchiato di delitti orribili: quel punto è legato al rispetto dei diritti umani, della carta costituzionale, delle regole internazionali.
Ditemi se Ilaria Salis, imputata (e non condannata) di lesioni nei confronti di due persone, è una donna, se queste immagini possono appartenere al popolo europeo. Se tutto questo ha un senso.
Al di là delle ideologie, dell’appartenenza ad un gruppo politico od un altro.
Chiedetevi se chi urlava negli anni “prima gli italiani” o “difendiamo la patria e i patrioti” avrebbe poi permesso che tutto ciò avvenisse.
Chiedetevi, infine, se tutto questo ha un senso.
Nel 2024. In Europa.