Ho amato Soru seppure fosse un politico divisivo, con troppi angoli acuti ma con una visione interessante del mondo. Non conciliava del tutto con il mio ma me lo facevo bastare. Lo conobbi  nel 2006, in occasione della presentazione del mio libro “il giorno di Moro”, un libro politico, sotto alcuni aspetti molto duro,  scritto per fare i conti con il nostro passato. Eravamo alla comunità La Collina, da Don Ettore Cannavera e mi meravigliò che il presidente della Regione potesse essere presente ad un evento non proprio di primo piano. Giunse con la sua auto e si sedette quasi in fondo alla sala.
Qualcuno si avvicinò per salutarlo. Ettore, da buon padrone di casa, ci presentò ed io gli chiesi se potevo regalargli e dedicare il mio libro. Mi squadrò con circospezione, dentro il suo completo di velluto nero e camicia bianca, senza cravatta. Non sorrise e prese il libro in mano, lo osservò e rivolgendosi con un piglio molto risoluto rispose: «Preferirei acquistarlo, non vorrei che si potesse dire, un giorno, di aver ricevuto un regalo durante la mia presidenza». 
La mia risposta fu veloce e risoluta: «Presidente, regalare un libro è un atto d’amore e di considerazione e non lo faccio con tutti. E poi, il personaggio del libro un po’ gli somiglia.»  A quel punto con un sorriso quasi convinto accettò il dono del mio libro. Non so se l’avrà letto, ne dubito. Ma non è questo il punto. La sua sortita di voler a tutti i costi richieder le primarie  fa parte del personaggio. A Renato Soru non si regala nulla e tutto si deve conquistare. Forse è vero, forse è così, ma unire la sinistra, oggi, sarebbe un grande atto d’amore. Per la Sardegna, per noi, per nutrire la speranza di una governance migliore. Ci pensi Presidente. E accetti questa soluzione che, a dire il vero, piace poco anche a me. Ma davanti al baratro facciamola bastare, per favore. 
Lo so, mi dirà che sono solo uno piccolo scrittore ma ho a cuore l’interesse dei sardi e non ho più voglia di spaccare il cappello in quattro o passare la mia vita a trasformare l’oro in legno. 

©by giampaolo cassitta