Ai miei tempi c’era il Bignami. Un piccolo libretto che risolveva il problema di noi studenti che, chiaramente, non avevamo a disposizione Internet e la fantomatica Wikipedia. C’era un Bignami per tutte le materie e il colore della copertina era sempre marrone cacca. Forse se ne rendeva conto, il Bignami, che i suoi sunti erano davvero terribilmente inutili e potevano creare problemi a non finire. Soprattutto quello dei “temi svolti”. Perché la storia, la geografia e anche i promessi sposi, si potevano condensare e riuscivano a superare le interrogazioni dei professori, ma quello dei temi svolti era, davvero, assolutamente da evitare. Un mio compagno di scuola, assolutamente negato per la scrittura tanto che mi diceva sempre: “tu fammi l’inizio e la fine del tema, al corpo centrale ci penso io” e riusciva a presentare il componimento con il mio inizio e la fine e senza niente in mezzo, con risultati chiaramente insoddisfacenti, un giorno arrivò a scuola con il libretto color cacca. “Signori, ho trovato la soluzione al mio problema, il mio prossimo tema sarà un capolavoro. Ci sono qui dentro quasi cento tracce e quindi riuscirò a prendere, finalmente, almeno otto.” Nutrivo molti dubbi sulle capacità del mio compagno e provai a dissuaderlo dal copiare passo passo il tema svolto dal signor Bignami, ma lui era convinto di ciò che intendeva fare e quindi, il fatidico giorno del compito in classe attese le tracce e sorrise tranquillo. Sul Bignami, guarda caso, c’era il tema svolto che faceva al caso suo. La Professoressa, dopo aver discusso di nazismo e della perscuzioni degli ebrei chiese di analizzare la figura di Primo Levi e del suo bellissimo romanzo “Se questo è un uomo”. Sul Bignami, a quanfo pare, il tema svolto, cotto e mangiato era pronto e il mio compagno lo copiò di sana pianta. Passò i giorni successivi nell’attesa della correzione a decantare la sua bravura, la sua maestria, la sua perfetta conoscenza del personaggio, aggiungendo che non si era fermato a quanto aveva chiesto la professoressa ma era andato decisamente oltre. Decisamente. La professoressa consegnò i compiti e lui, il futuro critico letterario, prese un bel due. Pensai subito che, chiaramente, la docente si era accorta che lui aveva copiato dal Bignami. Anche perché lo aveva fatto spudoratamente. Ma non era così. Prese un bel due semplicemente perché confuse Primo Levi con Carlo Levi e decantò le gesta del romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”. Citò Pavese, Noventa, Gramsci ed Einaudi ma non capì che aveva sbagliato autore.
Sono passati molti anni. Avevo perso di vista il mio amico che ho ritrovato solo qualche mese fa. Ho scoperto che si è diplomato e laureato. Succede. Probabilmente la lezione del Bignami gli è servita. “Di cosa ti occupi?” gli ho chiesto. “Non ci crederai, ma da tempo sono un ghost writer, scrivo pezzi per i politici”. Mi sono incuriosito e gli ho domandato per quale politico scrive. Non mi ha risposto. “Non si può”, mi ha detto. “Scrivo soprattutto pezzi di cultura. In questi giorni devo sintetizzare sulla figura del poeta Satta, ricorre il centenario di qualche cosa”.
L’ho guardato negli occhi e ho chiesto: “Satta? Stati attento che c’è Sebastiano e Salvatore e non sono le stesse persone”. Mi ha sorriso e mi ha risposto: “Tranquillo, c’è wikipedia che risolve tutto, come il nostro bignami. Te lo ricordi?” L’ho salutato e mi son guardato intorno. Me lo ricordo il Bignami, Cristo che si è fermato a Eboli e gli errori che aveva fatto. Però mi son detto: “ Potrà pure sbagliare Satta ma il politico, al volo riuscirà a comprendere. Mica i politici sono cresciuti a Bignami e Wikipedia. Questo è un paese serio”.