Un mio compagno di classe si innamorò un giorno della professoressa di matematica.
Lui aveva sedici anni, lei ne aveva quaranta ed era bellissima.
Il mio compagno di classe mi chiese cosa ne pensassi e io risposi in maniera perentoria: non mi sarei mai potuto innamorare di quella donna per due fondamentali motivi: odiavo la matematica e a lei non piaceva Francesco De Gregori. Però era davvero fantastica: bruna, occhioni neri e sorriso intenso. Io, coerentemente, continuavo a prendere il mio quattro ma il mio compagno di classe navigava sul nove. Un po’ perché era bravo e un po’ perché quell’innamoramento pareva reciproco.
Di amore, a dire il vero, a quei tempi ne capivamo davvero poco. Le nostre canzoni erano “Questo piccolo grande amore” e “Rimmel”; eravamo sempre tra le pagine chiare e le pagine scure ad immaginare una maglietta fina. Poi, un giorno, il mio compagno di classe venne a casa nel primo pomeriggio per confessarmi una cosa incredibile: la prof. di matematica l’aveva baciato.
Rimasi inizialmente scettico e poi con intraprendenza adolescenziale (che oggi arriva intorno ai sette anni ma ai nostri tempi eravamo piuttosto tardi) chiesi: “Baciato come?”
E lui, di rimando: “baciato baciato”.
Da quelle parole potevo davvero immaginare tutto, compresa la maglietta fina, confondendo gli alibi e le ragioni. Lui era molto eccitato e mi chiese: “Non sei contento?” Non seppi cosa rispondere perché per me l’unica felicità era ottenere un sei e non essere bocciato.
Finirono fidanzati fidanzati e poi li persi di vista.
C’è chi dice che si siano sposati o che, invece, continuano ad essere teneri amanti.
Quell’anno mi salvai con un misero sei e non ho mai capito se il mio compagno di classe c’entri qualcosa. Per fortuna queste cose accadevano ai miei tempi.
Il mondo oggi è cambiato ed è impossibile trovare un ragazzino che si innamora di una di ventiquattro anni più anziana di lui. Sarebbe bello pensare che ci sia da qualche parte del mondo qualcuno che senza capire “abbia detto si” e qualcun altro che risponda “E’ tutto quello che hai di me”. Perché l’amore vale sempre, la cosa fondamentale è la chimica e forse, anche un po’ di matematica. Ecco perché sono rimasto sufficientemente imbranato. Ma questa è un’altra storia.
14:30 , 25 Aprile 2017
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