I bambini non accettano il grembiule, scrivono alla dirigente scolastica e lei indice un referendum. Detta così sembra una piccola storia quella che è accaduta in una scuola elementare nel cuore di Palermo. I bambini ritengono che con il grembiule si sentono stretti e non si possono muovere ed inoltre hanno ricordato che non devono, per forza, essere tutti uguali perché ognuno è diverso. In un paese come l’Italia questa lettera avrebbe aperto migliaia di dibattiti, discussioni infinite tra la squadra del grembiule, molto patriotico, significativo, identitario, e quella che, in fondo, teneva alla diversità, a farla notare. Invece la dirigente ha percorso una strada incredibile e stupefacente: cari ragazzi, avete scritto in cinquanta e siete un bel numero ma la scuola è composta da 400 bambini e, dunque, non potete decidere per tutti. Ma – ed è questa la scelta bellissima – non posso non tener conto della vostra richiesta e indico un referendum che sarete voi ad organizzare. I bambini hanno previsto due tipi di schede, una soltanto con le figure per agevolare i più piccoli che non sanno ancora leggere. Insomma, una vera lezione di democrazia dove, per una volta, non ci saranno gli adulti a tirare per il grembiule i favorevoli e i contrari. Questi bambini hanno capito l’importanza del voto e la dirigente scolastica, insieme ai maestri, hanno insegnato, forse nella maniera migliore, cosa significhi partecipazione e democrazia. Chapeau!