Noi, terribili boomers, abbiamo un enigma esistenziale che ci assilla più del patto di stabilità, dell’inflazione o delle tasse sulla benzina: il tappo delle bottiglie di plastica. Una lotta all’ultimo collo, potremmo dire, visto che il tappo rimane impietosamente aderente, come un parente indesiderato che si attacca alle nostre spalle nelle riunioni di famiglia.
Inizialmente, sospettavamo un complotto dei terrapiattisti o dei novax solo per scoprire che dietro questa nefasta resistenza c’era una decisione europea. E noi, con tutto il rispetto per l’Europa, ci siamo sentiti traditi. Invece di discutere di temi epici come gli Stati Uniti d’Europa, l’esercito continentale, o la rinascita verde, si sono messi d’accordo per tenere il tappo ben stretto sul collo della bottiglia. Ma perché, oh cari governanti? Perché?
Ho speso ore a cercare risposte, ho consumato pagine di internet e smanettato su forum di discussione: l’Europa ha deciso che dobbiamo limitare la dispersione di plastica.
Ho assistito a scene surreali: individui armati di coltelli, pronti a sfidare il tappo in una battaglia all’ultimo taglio. Siamo diventati una tribù di boomers disperati, affranti dalla tirannia del tappo ribelle.
Questo tappo, che persiste nel rimanere saldo, è diventato la metafora del nostro presente: non si stacca completamente, ma ci impedisce di muoverci liberamente. Ci ricorda che, nonostante tutti i nostri sforzi, ci sono ostacoli che restano imperterriti. E noi, boomers smarriti, non sappiamo proprio come affrontare questa sfida. Ci arrendiamo?
16:59 , 3 Maggio 2024
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