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Andavo a trenta all'ora...

Andavo a trenta all’ora…

Tutti bravi e tutti poeti. Tutti buoni a decantare l’elogio della lentezza per poi essere multati per un eccesso di velocità ad oltre 190 all’ora. Non ce ne va bene una e legiferare in base agli umori degli elettori non è semplice. Prendete Salvini, costretto, suo malgrado, ad occuparsi di cose che non conosce (l’elenco, sarebbe lungo, a dire il vero) e giocarsi il suo prestigio con una formula collaudatissima: qualsiasi cosa fatta dai sinistri o presunti tali è sbagliata. Così, armi in mano (ma non pistole quello è un copyright di un’altra parrocchia) ha cominciato ad urlare contro il sindaco di Bologna Lepore e della sua idea di limitare la velocità in città a 30 Km orari. Ovviamente per ragioni di sicurezza.
Apriti cielo: il ministro delle infrastrutture ha tuonato perché lui, da ministro ovviamente, nulla sapeva. Ora, a parte che da anni la lega si batte sul diritto all’autonomia e questa, a dire il vero, sarebbe materia del sindaco del comune e della sua maggioranza eletta dai cittadini, c’è da dire che la direttiva di provare ad abbassare la velocità in città per diminuire incidenti e vittime è proprio  del suo ministero e andare a trenta all’ora in città, oltre che salutare è anche una decisione piuttosto iniqua posto che nelle grandi città la velocità è a volte più bassa. E allora? Siccome quella decisione è di un sindaco di sinistra va cambiata, così come la direttiva che era, guarda caso, del ministro precedente.
L’elogio della lentezza non è per Salvini. D’altronde non avevamo dubbi.

10:58 , 21 Gennaio 2024 Commenti disabilitati su Andavo a trenta all’ora…