L’etica, questa sconosciuta.Etica e politica dalle nostre parti non sono andate mai troppo d’accordo. Negli ultimi 32 anni (da quando cioè è sceso in campo Berlusconi), sono state proprio agli antipodi: da ‘meno tasse per tutti’, al ‘bunga bunga’, alla nipote di Mubarak, alle licenze del Prof. Sgarbi, alle smargiassate di Salvini, sino a giungere sulle sponde di questo governo dove, quando si nomina la parola etica, si sente subito urlare (mica sussurrare): ‘Ancora con sta storia, e fatela finita’. Insomma, passiamo per ‘fissati’ e se proviamo a dire che risulta davvero inverecondo (parola che piacerebbe ad Umberto Eco) che una ministra della Repubblica sia indagata per truffa sulla cassa integrazione e non senta il dovere di dimettersi. L’unica risposta che vi sarà urlata (sempre urlata) è: ‘Deve prima essere rinviata a giudizio e non è detto. Mica è colpevole’. La faccio breve e sussurro (senza urlare, ovviamente) a tutti coloro che la buttano sul garantismo a tutti i costi: la ministra Santanchè è sicuramente innocente sino a che un giudice non dica, attraverso una sentenza, l’esatto contrario. (sono garantista da sempre. Per tutti).Però, cosa c’entra tutto questo con la politica e l’etica? C’entrerebbe se fossimo uno Stato compiuto e adulto dove un ministro non perderebbe neppure un secondo a dimettersi.E sì, lo so, adesso si leveranno alte le proteste (ma non si può parlare a tono normale?): ‘La sinistra vuole solo dimissioni, e non sopporta che ora siamo noi al comando’. Ma, per amor del cielo, è davvero così arduo comprendere il significato politico dei gesti? L’etica, quel sottile filo che dovrebbe guidare i nostri doveri morali verso noi stessi e gli altri, sembra essere per molti politici un concetto alieno, come la grammatica per un adolescente su Twitter.”#giapaolocassitta#etica#Santanchè
20:40 , 25 Marzo 2024
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