Essere italiani, talvolta, è incarnare il peggio di ciò che la politica ci ha tramandato. In questo frangente, si è cercato di scovare una giustificazione persino di fronte a un’evidenza cristallina e affermare che tutto è stato usato “a sua insaputa”. Ecco il fatto: a Romano, borgo bergamasco, nell’ora che precede l’alba, un autocarro deposita due vecchi divani nelle campagne circostanti. Un vizio, ahimè, diffuso anche altrove. Le telecamere di sorveglianza individuano l’autocarro e la polizia locale, con l’ausilio della società addetta alla raccolta rifiuti, richiede la restituzione dei divani e infligge una salata multa di diecimila euro. Il responsabile si difende affermando che “l’abbandono era solo temporaneo e voleva tornare a prenderli”, dimostrando così di essere perfettamente in linea con chi colto in flagrante dichiara di voler restituire il maltolto. E per restare ‘al passo coi tempi della politica’, sostiene anche che l’autocarro sia stato utilizzato senza il consenso del vicino. Vi domanderete: è davvero il caso di occuparci di questa vicenda di provincia, che meriterebbe (come direbbe Guccini) ‘solo due colonne di giornale’? La risposta è sì, poiché i problemi che ci affliggono germogliano da questa visione del mondo: egoismo, arroganza, mancanza di etica, la certezza di farla franca, la volgarità che ci invade. Quel divano, abbandonato, sembra volerci ammonire che i mali del nostro paese sono tutti racchiusi in un sofà: se non possiamo risolverli, li releghiamo ai margini, fiduciosi che rimarranno sepolti.
19:57 , 21 Marzo 2024
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