Quello che colpisce in questo ennesimo femminicidio è il concetto di “bravi ragazzi” che nei giorni è stato utilizzato per raccontare la terribile storia i Giulia e Filippo. Due studenti di “buone famiglie”, due millenial che poco hanno a che fare con le storie in bianco e nero raccontate splendidamente nel film di Paola Cortellesi. Ed invece.
Invece siamo qui a domandarci dove hanno sbagliato e dove, soprattutto, abbiamo sbagliato. Dove trovare il confine tra l’indifferenza e l’orrore da questa insufficienza morale, sociale, da questo deserto dove sono sparite le emozioni, gli affetti, le dolcezze, i sorrisi.
Dove abbiamo sbagliato noi ad accontentare sempre i nostri pargoli, a scarrozzarli tra la palestra e il calcio, tra il padel e le feste di compleanno. Dove abbiamo sbagliato noi a non comprendere che questo mondo anaffettivo nasce dalla costruzione dei rapporti con gli altri e per gli altri. Abbiamo sbagliato e continuiamo a farlo. Non è solo lo schiaffo del marito padrone dipinto in maniera sublime nel film “c’è ancora domani”, siamo giunti alla metafora di quella violenza, a superarla, a nasconderla con altri piccoli sotterfugi che continuiamo a non percepire.
Basta con insegnare ai nostri figli la cultura della vittoria, del dover essere i primi, questa competizione stupida e inutile.
Basta nell’insegnarla ai figli maschi.
Basta.
Fermatevi, ve ne prego.
Abbiamo sbagliato e dobbiamo correggere l’errore. Proviamo a farlo impegnandoci nelle scuole ad insegnare la felicità per le piccole cose. Dobbiamo riuscirci. Per Giulia e non solo.
© giampaolo cassitta
Questo articolo è stato scritto il domenica, Novembre 19th, 2023 at 10:35
È possibile seguire tutte le risposte a questo articolo tramite il RSS 2.0 feed.
Tags: femminicidio; violenza; maschilismo; donne
Posted in: Blog, le ragioni di Caino