E’ durata oltre sei minuti la versione “live” di I can’t get no Satifasction dei Rolling Stones.
Il buon Mick Jagger con oltre settanta primavere ha costruito una nuova icona e ha trasportato la sua “band” nel viaggio più colorato del mondo.
Sono sbarcati a Cuba, all’Avana, dove la loro musica era stata vietata per molti anni. Far girare una canzone del 1965 considerata, tra l’altro, come la seconda tra le 500 canzoni migliori del rock in un luogo soppeso come l’Avana, un senso ce l’ha. Solo che non c’entra molto con la musica. E neppure con i Rolling Stones.
Bisogna camminare a ritroso, passeggiare tra la rivoluzione del 1959, alla guerra con gli americani, con JFK presidente, la sconfitta della baia dei porci, Che Guevara, Fidel, la scuola e la sanità migliori di tutto il Sud America, i cartelloni che inneggiano la rivoluzione, i diritti negati, una dittatura che ha proibito molte cose, i sigari, le “jnetteras”, le case “particular”, Hemingway, il mojito, la musica allegra, il caldo, Varadero e i francesi, le contraddizioni e l’embargo o, come si chiama da quelle parti “el bloco”.
Tutto questo ha roccato e rollato durante il concerto al quale hanno assistito oltre 250.000 persone.
Turisti e cubani. Musica che non si era mai sentita da quelle parti. La rivincita del rock and roll.
Non solo dei Rolling Stones.
Però, parafrasando la canzone, tutto quello che accade non riesce a farmi sentire soddisfatto. Perché non basta che l’uomo della radio mi ripeta alcune inutili informazioni, non mi convince quella pubblicità della TV che mi promette quanto possa essere bianca la mia camicia se uso il suo prodotto e non riesco a sentirmi soddisfatto neppure quando tento di ingraziarmi qualche ragazza che, guarda caso, è in un momento no. I can’t get no satisfaction.
Far passare queste note sul mare dell’Avana rappresenta un passaggio fondamentale. Son ritornati gli americani da quelle parti. Non so.
Le immagini che ritornano nei miei occhi sono altre. E i Rolling Stones nelle foto che ho sviluppato dentro il mio viaggio a Cuba proprio non c’erano.
Però, come dire, io ho sempre i cassetti ben distinti.
Sono all’antica.
Ma gli americani a Cuba non riescono a farmi sentire soddisfatto.
Questo articolo è stato scritto il lunedì, Marzo 28th, 2016 at 16:11
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Tags: che Guevara, cuba, fidel castro, memoria, politica, ricordi
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