I matti sono quei gusci pieni di colori che le persone normali non sanno usare. Hanno uno sguardo laterale, i matti. E hanno risposte semplici per le cose complesse, ma si complicano tutto quando si tratta di risolvere le cose semplici. Hanno anche parole rissose, che non trovano mai posto nel vocabolario della “normalità”. I matti mi ricordano sempre la canzone di Fabrizio De Andrè: “Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole”. Ecco, i matti sono quella cosa lì: persone con un cassetto zeppo di racconti e di silenzi che non riescono a raccontare. La soluzione, per anni è stata semplice: se tu non riesci a camminare sui binari della normalità (normalità decisa non dalla natura, ma da altri uomini, giusto per capirci) devi entrare in un mondo acquario dove nessuno ti può sentire, dove nessuno riesce a camminare sulla tua vita e dove tutti usano lo scalpello per disegnare i tuoi contorni. I manicomi. Quei muri insormontabili tra la paura e il cielo. Per anni sono stati la soluzione a quel fastidio che il matto rappresentava per la costruzione di un mondo perfetto. Poi arrivò Franco Basaglia e tutto si modificò. Fu una lotta dura, lunghissima, dove il grande psichiatra decise di mettere sul piedistallo l’uomo. Il 13 Maggio 1978 il Parlamento approvò la Legge n. 180, chiamata comunemente “Legge Basaglia”. Sono passati trentasette anni. Franco Basaglia, purtroppo è morto da tempo, ma la sua intuizione è stata oggetto di studio in tutto il mondo. Ecco: i matti adesso sono quelli che colorano un altro pezzo di cielo: si sovrappone al nostro e lo rende più vero.
17:44 , 13 Maggio 2015
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